Mi chiamo Alessandra e sono una creativa italiana, con i piedi a Padova, il cuore a Torino e gli occhi puntati sul mondo!
Mapanò è un progetto che nasce nel 2011 come hobby e che, tra alti e bassi, ho continuato a coltivare fino al 2020, quando è diventato un vero e proprio lavoro.
Da dove arriva il nome MAPANO’?
MA, come MAmma, PA come PApà e NO come NOnno. Mapanò nasce infatti come un progetto famigliare che avrebbe dovuto coinvolgere tutta la mia famiglia. Negli anni l’apporto degli altri membri della famiglia è diminuito ma, anche se oggi la mia presenza è quella preponderante, Mapanò resta un meraviglioso mondo dove i valori che da sempre accompagnano la mia storia e la mia famiglia, trovano spazio e forma.
Cos’è Mapanò?
Mapanò è innanzitutto fiori di stoffa e creazioni ispirate dalla Natura. Decorazioni per la casa e per le feste, accessori e piccoli dettagli che arricchiscono matrimoni e cerimonie.
Cosa troverai tra i post di Mapanò?
- Innanzitutto parlerò di tutto ciò che ispira il mio lavoro: i libri e gli haiku che amo di più, ma anche i viaggi e i luoghi che mi hanno emozionato e le cui sensazioni mi piace poi ritrovare nei miei lavori.
- Le mie ultime creazioni: consigli su come utilizzarle al meglio, i dietro alle quinte e gli aggiornamenti su promozioni e offerte
- Riflessioni e aggiornamenti che riguardano il mio mondo, il mio essere imprenditrice, ma anche mamma e moglie.
Perchè un blog?
- Principalmente per conoscerci meglio, perchè la fiducia è uno dei valori che da sempre mi accompagna e conoscere chi produrrà le decorazioni per il tuo matrimonio o il regalo per un tuo amico richiede fiducia.
- Inoltre mi piace molto parlare del mio lavoro, della stoffa che mi passa tra le dita e dei fiori che nascono tra le mie mani. Quando si lavora on-line, c’è il rischio di perdere il contatto con la tua comunità, con cui invece è meraviglioso chiacchierare e condividere i tuoi lavori. Purtroppo negli ultimi anni i mercatini a cui ho partecipato sono stati pochi ma ricordo ancora con tanto piacere quando raccontavo di me e del mio lavoro a chi rallentava e si fermava a guardare i miei lavori.
