Cambiare punti di vista, priorità e direzioni

In altre parole, il potere della trasformazione

La vita è un viaggio in continua evoluzione, e ogni tanto ci troviamo di fronte alla necessità di cambiare punti di vista. Questi cambiamenti sono spesso spaventosi, ma rappresentano anche un’opportunità per crescere, imparare e scoprire nuove passioni.

Come disse Oscar Wilde: “La cosa migliore che si possa fare con la vita è spenderla per qualcosa che duri più della vita stessa.” In questo articolo, ho voluto parlare di trasformazione e di come io abbia imparato ad abbracciare il cambiamento per una vita più serena.

Riconsiderare i punti di vista

Lo ammetto, per natura i cambiamenti mi spaventano. Non c’è nulla da fare: io so cosa lascio e non sapendo dove andrò a finire mi spavento…

Spesso mi sono trovata imprigionata in punti di vista limitanti, che mi impedivano di vedere oltre le mie convinzioni e abitudini consolidate. Il primo passo per un cambiamento significativo è essere disposti a mettere in discussione le nostre prospettive.

La mia vita è la somma di tante vite. La perdita di mia mamma, la nascita delle mie figlie e il trasferimento a Padova, il fallimento del progetto aziendale di mio marito… Ogni svolta una vita nuova…. Negli anni ho imparato con fatica ad aprire la mia mente all’incertezza e alla possibilità di essere sbagliati e di fallire, e da questa apertura, a sperimentare nuove idee e crescere come individuo.

Riprioritizzare ciò che è veramente importante

La vita moderna mi trascina spesso in una frenesia senza fine, in cui le priorità vengono distorte e perdo continuamente di vista ciò che è veramente significativo per me. Mi ripeto come un mantra:… “Sandra, prenditi il tempo necessario per riflettere sulle TUE priorità e i TUOI valori fondamentali!”

Ho scelto sempre più consapevolmente di investire il mio tempo e la mia energia nelle cose che mi danno gioia e soddisfazione, piuttosto che inseguire superficialmente ciò che gli altri considerano importante.

Da quasi 4 anni sto portando avanti la MIA idea di attività che mi consente di non smettere di lavorare, ma farlo con i tempi che ho, conciliando la gestione della casa e della famiglia con il mio progetto imprenditoriale. Quando non hai l’aiuto di nonni e tuo marito lavora spesso fuori casa, tu diventi il perno attorno a cui ruotano gli ingranaggi della famiglia e del tuo lavoro. Incastrare i movimenti di questi ingranaggi è già di per sè un’occupazione! Ovviamente, come tutti gli ingranaggi, anche i miei ogni tanto perdono un colpo e cigolano, ma tutto sommato girano e sono ben oliati da tanti anni di pratica e esperienza!

Seguire nuove direzioni

Dopo aver cambiato i miei punti di vista e ripriorizzato la vita secondo i miei elementi importanti, è stato necessario prendere coraggio e seguire nuove direzioni. Questo ha significato negli anni fare scelte difficili (per esempio, lasciare un lavoro che amavo, ma sottopagato e senza orari) e lasciare alle spalle situazioni o persone che mi trascinavano verso il basso.

Ho imparato che è stata la paura stessa del cambiamento a trattenere il mio potenziale. È difficilissimo per me, ma provo ad abbracciare l’ignoto pensando che il cambiamento mi porterà verso esperienze più ricche e appaganti.

Accogliere la trasformazione

La trasformazione richiede pazienza e io di pazienza ne ho avuta sempre pochissima!!! Negli anni mi sono allenata e ho imparato che non devo aspettarmi che tutto cambi da un giorno all’altro, ma devo essere pronta ad adattarmi e a imparare (anche moltissimo!) durante il processo.

Oscar Wilde sosteneva che “l’esperienza è semplicemente il nome che diamo ai nostri errori”. Ogni passo falso o ostacolo lungo il mio cammino fa parte della mia crescita ed è ciò che mi rende sempre più autentica.

Ora cerco di accogliere la trasformazione come una parte essenziale del mio percorso, imparando il più possibile dagli alti e bassi che incontro lungo la strada.

La Festa della Mamma

La recensione di un libro meraviglioso

Per celebrare la Festa della Mamma, voglio condividere con voi alcune riflessioni su un libro letto di recente: UNA DONNA di ANNIE ERNAUX

Il libro è stato scritto dall’autrice Premio Nobel alla morte della mamma e ne racconta la vita in un percorso circolare che si apre e si conclude nella struttura di lunga degenza dove la mamma di trova perchè malata di Alzheimer.

La stessa autrice ci dice che “questo non è una biografia, né un romanzo, naturalmente, forse qualcosa tra la letteratura, la sociologia e la storia.”

Questo libro, ci spiega la stessa autrice, è stato scritto per far sentire LEI meno sola, per aiutarla a dare significato alla sua stessa vita.
Nel libro infatti ci descrive le dinamiche di relazione tra lei e sua mamma attraverso gli anni.

L’autrice riesce finalmente a dare un senso alla sua esistenza che, proprio grazie alla vita di sua madre, si svolge tra i dominanti e non più tra i dominati. L’avanzata sociale tanto voluta per lei da sua madre c’è stata e l’autrice, parlandoci della vita di sua mamma, dà un senso di concretezza e tangibilità alla cosa.

È un percorso che parte e ritorna nello stesso luogo, l’ospedale, ma, come ogni viaggio che si rispetti, l’arrivo è completamente diverso dalla partenza. L’inizio è crudo, è vissuto dall’autrice quasi come in tranche. Gli infermieri, il prete, la burocrazia e gli avvenimenti che inevitabilmente deve affrontare alla morte della mamma le passano accanto quasi come se lei fosse un fantasma senza sostanza.

Il racconto, o meglio, il resoconto iniziale dei fatti è quasi bi-dimensionale. Manca qualcosa, è asciutto e distaccato, quasi una cronistoria di fatti e basta. Se ci si fermasse qui, parrebbe che la Ernaux non fosse molto attaccata a sua mamma, quasi la sua morte fosse una semplice incombenza in cui l’autrice si è imbattuta.
Proseguendo la lettura invece la situazione si evolve.
Partendo dall’infanzia, la scrittrice ci racconta l’intera vita della sua mamma, prima e dopo la sua nascita, fino alla vecchiaia.

Scopriamo, andando avanti con il racconto, tutta la vita di questa donna.
Una donna qualunque che, nella sua normalità, è sempre presente e determinante (consapevolmente o no), a volte in maniera anche ingombrante, nelle scelte di vita della scrittrice.
Di questo se ne rende conto, quasi sorprendendosene, la stessa autrice, che proprio al termine del libro ritrova tutto l’amore per la sua mamma.
Trova la terza dimensione, l’amore, per una donna così importante nella sua vita.

Quando finisci di leggere questo libro ti stupisci del fatto di non averlo scritto tu.

Il linguaggio è asciutto, le descrizioni sono all’osso (ed è giusto così, visto che il libro non è stato scritto per il pubblico, ma per la stessa autrice) e ti sembra che possa essere stato scritto da chiunque.
D’altronde il libro non si intitola “MIA MADRE” ma “UNA DONNA”. Questo è il racconto della vita di una, mille donne, mille madri che nella loro normalità, nel loro amore quotidiano e semplice hanno vissuto, hanno lavorato e hanno amato i propri figli, in barba alla storia, al contesto e alla società che girava loro intorno.

“In un mondo in cui ogni bacio viene postato sui social, c’era bisogno di un libro di 99 pagine che, senza nessun fiocchetto, raccontasse cos’è l’amore quotidiano di una madre.”

Photo by Marta Dzedyshko on Pexels.com

Mi sono commossa, lo ammetto, leggendo questo libro.

L’ho trovato vero, l’ho trovato un vero inno all’amore non urlato di una figlia per la propria mamma. In un mondo in cui ogni bacio viene postato sui social, c’era bisogno di un libro di 99 pagine che, senza nessun fiocchetto, raccontasse cos’è l’amore quotidiano di una madre.

In questo libro ho ritrovato tutto l’affetto di cui una madre è capace. È il racconto semplice dell’amore nelle scelte quotidiane. Dalle verdure servite a cena, al lavorar di notte per poterci essere per i propri figli di giorno.
Perchè essere genitore è magnifico ma essere madre, in una società dove ogni donna lotta costantemente tra i doveri e i diritti, tra i sensi di colpa e le necessità, tra la solitudine e la costante corsa al successo, è molto molto complicato.

Buona Festa della Mamma!

Ma tu, che lavoro fai?

Ovvero, breve spiegazione di cosa vuol dire vendere on-line le proprie creazioni

Sai quanto lavoro c’è dietro ad ogni inserzione che creo su Etsy?

Innanzitutto bisogna realizzare l’oggetto da mettere in vendita. Tanta manualità, la scelta dei materiali, il progetto e i preventivi, i contatti con i clienti e la gestione delle richieste di personalizzazione, e infine, la realizzazione vera e propria…

Poi?

Poi occorre fotografare la creazione! Fai attenzione allo sfondo, deve essere neutro ma non troppo freddo, occhio alla luminosità e alla regola dei terzi, non usare il flash perchè appiattisce, …oddio oggi piove, meglio aspettare mezzogiorno che così esce il sole e ho la luce naturale…

Poi la post produzione. Ogni singola foto va sistemata e ritagliata. I colori devono essere quelli coerenti con la linea grafica e l’immagine coordinata che hai scelto per il tuo negozio on line.

Poi passiamo al testo, in tre lingue (il mio negozio è in inglese, francese e ovviamente in italiano), avendo cura dei principi della SEO, dei dettami e delle regole degli algoritmi che renderanno la tua inserzione visibile al mondo.

  • Devi essere chiara, ma non didascalica
  • Devi convincere ma senza insistere troppo
  • Devi spiegare il tuo modo di lavorare ma senza scendere troppo nel tecnico.

Da qualche tempo poi ho dovuto anche diventare una video maker. Anche Etsy, non solo i social, ti da’ la possibilità di inserire un video per aiutare il cliente potenziale a farsi un’idea precisa di cosa va ad acquistare. È un video in cui finalmente avresti lo spazio per raccontare di te e del processo di creazione, ma devi farlo in fretta perchè il tutto si deve concludere in 15 secondi al massimo.

E la musica di sottofondo al tuo video non la vuoi mettere? Un sottofondo di Mozart andrà bene? Cosa voglio trasmettere? Il pop è troppo pop? Se uso le musiche dei cartoni dello Studio Ghibli resterò fedele al mio stile?

Quando hai inserito su Etsy le foto, i testi e il video sei già a buon punto ma Etsy vuole di più. Ora devi prendere in considerazione tutte le opzioni che Etsy ti mette a disposizione per descrivere al meglio l’uso che ha questo oggetto, l’occasione per il quale verrà utilizzato, la cerimonia per la quale è stato creato, i materiali con cui l’hai visto nascere e crescere nelle tue mani. E le parole chiave, ossia le parole con cui il tuo pubblico potrebbe cercare il tuo prodotto. Perchè un portafedi potrebbe essere un “cuscino per anelli” ma anche un “porta anelli nuziali” oppure anche un “accessorio per damigella”… E che coda hanno le tue parole chiave? Lunga o corta? Una dritta: meglio se è lunga!!

Finito di inserire tutto questo su Etsy…. dovrai ricominciare da capo!

Perchè ora andrai a caricare lo stesso prodotto sul catalogo della tua pagina business nell’Universo META!

Descrizione, titoli, parole chiave, dimensioni, ecc ecc

Caricarlo sul catalogo ti consente di poter taggare il tuo prodotto nei vari reels, stories e post che lo riguarderanno.

Ma attenzione, non pensare di poter utilizzare le stesse foto e le stesse descrizioni e le stesse parole chiave che avevi con tanto sudore trovato prima! Ogni social ha le sue regole e ogni contenuto ha dimensioni e specifiche proprie.

Vuoi mica postare un reel con le immagini dimensionate per un post? Sei impazzita?!?

…e poi Pinterest! Vuoi mica dimenticarti di Pinterest? ma soprattutto, vuoi mica utilizzare quanto precedentemente creato per Etsy e per META anche per Pinterest?

Quando hai tutto ben descritto e dimensionato, post prodotto e videosintetizzato, inizi a programmare i tuoi contenuti in base a quando i tuoi buyer personas sono on-line e avranno tempo e voglia di prestare attenzione a quello che hai da dir loro.

  • Quando avranno quindi tempo da dedicarmi?
  • In pausa pranzo il martedì?
  • Sul treno tornando a casa la sera al giovedì?
  • Oppure nel weekend mentre preparano il barbecue?

Ci provi. Programmi quando ti sembra che le statistiche ti diano ragione e poi aspetti.

Aspetti che il tuo lavorone dia i suoi frutti, sperando che l’ultima Guida Definitiva del SMM che hai letto ti abbia finalmente dato i suggerimenti giusti che tanto caparbiamente hai cercato nelle 999 altre Guide Definitive che hai letto in questi anni.

Aspetti che qualcuno sia veramente interessato al tuo lavoro, al racconto di tutta la passione e l’amore che ci metti nelle tue creazioni. Perchè vendere un oggetto creato a mano, che prima non esisteva e ora è lì davanti a te, non è come vendere pezzi creati da altri. Ogni singolo lavoro racconta un po’ di te e tu vorresti urlarlo al mondo, farlo capire con tutte le parole che puoi trovare e con immagini di ogni dimensione.

I fiori di stoffa: le ortensie

Le ortensie. Quanto amo le ortensie!
Quando abitavo in provincia di Torino avevamo una pianta di ortensie ereditata dai precedenti proprietari, già bella che adattata alla posizione e all’ambiente.

Cresceva praticamente da sola e le sue infiorescenze erano spettacolari, numerosissime e perfette per riempire i miei vasi in casa.
Minimo sforzo (mio) e massima resa (dell’ortensia)!

Le ortensie sono sorprendenti. Una piccola curiosità: dalle foglie di una particolare varietà (la Odoriko amacha) si ricava un infuso naturalmente zuccherino che in Giappone è la bevande ufficiale per festeggiare la nascita del Budda durante l’Hana Matsuri (ossia la festa dei fiori)

Riprodurre le ortensie con la stoffa richiede taaaanta pazienza.

Si parte da tanti quadratini di stoffa da cui si ritagliano 4 piccoli petali, li si modella con il calore e poi con altrettanta pazienza si ricama una croce al centro, incollandoli poi uno per uno ad una semisfera di polistirolo.
La cosa più difficile da riprodurre è senza dubbio il colore.
Nei giardini si utilizzano arrossanti e azzurranti per ottenere tutte le sfumature, aumentando o diminuendo il livello di PH del terreno in cui vengono coltivate le ortensie. Aggiungendo acido al terreno, ad esempio, è possibile far fiorire le ortensie nei toni del blu e del viola, mentre il terreno alcalino produrrà fioriture rosa e bianche.

Con la stoffa è un po’ più complicato! Io ho optato per un mix di azzurri e lilla e il risultato ha una bella resa. Se ci ripenso… quante prove, quante sperimentazioni per arrivare a quasto risultato!

Scegliere le ortensie per le proprie cerimonie, come per decorare gli ambienti in cui si vive, è una scelta azzeccatissima. La dimensione delle proprie infioriscenze grandi e rigogliose è da sempre considerato simbolo di prosperità e abbondanza.

Quindi è un fiore che ben rappresenta la gioia e il buon auspicio per i giorni a venire. Essendo poi disponibile in tanti colori, si adatta perfettamente a stili di arredamento e di cerimonia molto diversi tra loro.

Le ortensie derivano dal Giappone e vennero poi portate in Cina e, in seguito in tutto il mondo.

Sono state da sempre riprodotte nell’arte orientale e non (ho trovato sull’argomento questo articolo meraviglioso su https://printsofjapan.wordpress.com che vi consiglio di leggere o anche solo scorrere per ammirarne le immagini). Dalla ceramica alle tappezzerie, dai dipinti agli abiti, le ortensie sono state riprodotte in molte forme e in molti stili nell’arco dei secoli.

Per quanto riguarda la letteratura e la poesia sono tantissimi gli esempi in cui si usano le ortensie come simbolo di stati d’animo e sensazioni.

Un esempio? Ecco i versi del poeta giapponese di Fujiwara no Shunzei (1114-1204), che nel XII secolo scrive:

Anche nella noia estiva
il mio cuore è commosso;
la luna si specchiava
nelle gocce di rugiada
su quattro petali di ortensie.

Cosa mi ispira: i fiori di campo

Sono tra i miei fiori preferiti. Piccoli, relisienti e resistenti. Mi somigliano.

I fiori di campo sono tra i fiori che preferisco. La loro spontaneità mi conquista. Riflettendoci, hanno alcune delle caratteristiche che innegabilmente cerco nelle persone di cui amo circondarmi.

Sono semplici ma bellissimi.

Colorati ma rigorosi nelle forme.

Fioriscono nonostante tutto, su terreni e in condizioni in cui non pensavi potesse crescere nulla.

Non amano apparire in composizioni di blasonati floral artist, perchè non attirano l’attenzione se non per sedurre gli insetti giusti a cui si legheranno in un rapporto che farà felici entrambi.

Per anni, ovunque mi trovassi ho fotografato fiori… nei parchi gioco, dove portavo le mie figlie a giocare, in vacanze, al mare, in montagna o a casa.

Non ho mai perso occasione per fotografarli, annusarli e osservarli. Per poi tornare a casa e, in alcuni casi, provare a “copiarli” con la stoffa.

Una vera ossessione!

I fiori di campo sono una meraviglia della natura che affascinano e ispirano l’uomo da secoli. Sono la rappresentazione della bellezza naturale, dell’armonia e della vita stessa. La loro presenza in giardini, prati, campi e lungo le strade ha un effetto benefico sulla mente e sul corpo umano.

Innanzitutto, i fiori di campo sono simbolo di libertà. Non sono coltivati artificialmente, ma crescono spontaneamente ovunque. Essi ci ricordano l’essenza della natura e del suo potere di creare bellezza senza alcun intervento umano. L’emozione che proviamo nel vedere i fiori di campo è quella della libertà e della leggerezza, che ci fa sentire parte integrante del mondo naturale.

Inoltre, i fiori di campo ci offrono una vasta gamma di colori e forme, ciascuno con la propria unicità. Questa diversità ci dà la possibilità di apprezzare la bellezza della natura in modo diverso, e ci aiuta a scoprire nuove sfumature di colori che non pensavamo esistessero. In questo modo, ci apriamo alla bellezza e alla varietà del mondo naturale.

I fiori di campo sono una fonte di ispirazione per artisti, poeti e scrittori. Infatti, molte opere d’arte sono state ispirate dai fiori di campo. Ad esempio, Van Gogh era affascinato dalla bellezza dei campi di girasoli, mentre Monet ha dedicato la maggior parte della sua carriera a dipingere i fiori del suo giardino di Giverny. Come afferma il giardiniere britannico Alan Titchmarsh: “I fiori sono un’ispirazione per tutti noi. Sono la rappresentazione della bellezza e dell’armonia”.

Ultima cosa! È dimostrato: i fiori di campo hanno un effetto benefico sulla nostra salute mentale. Infatti, molti studi hanno sancito che la presenza di fiori e piante nei nostri ambienti può ridurre lo stress e migliorare il nostro umore.

Questi sono solo alcuni dei motivi per cui li amo profondamente.

L’unico difetto dei fiori di campo (allergie a parte, ovviamente!) è che sfioriscono e appassiscono… ma forse ho trovato la soluzione: perchè non riprodurli con la stoffa??

Hai un progetto in testa per decorare la casa con fiori che non appassiscono mai?

Raccontami di te, dello stile e dei colori che ti piacciono.

Creerò una composizione unica, irripetibile e solo per te!

Scrivimi!

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3 semplici cose da considerare quando scegli la tua ghirlanda primaverile

La primavera sta arrivando e, tra fiori che sbocciano e uccellini che cinguettano, anche la tua casa ha voglia di rinnovamento!

” Anche gli alberi a primavera scrivono poesie. E gli stupidi pensano che siano dei fiori.”

Donato Di Poce

Con l’arrivo della primavera, la natura si risveglia e ci regala un’esplosione di colori e suoni. Anche la tua casa sembra richiedere un cambiamento, desiderosa di essere rinnovata e ravvivata, insieme alla stagione.

Il modo migliore e più semplice per aggiungere un aspetto accogliente e primaverile ai tuoi anbienti è aggiungere una perfetta ghirlanda floreale che porti colore alla tua porta g’ingresso, ed esprima il tuo stile personale.

Ecco quindi 3 semplici cose da considerare quando scegli la tua ghirlanda primaverile:

  • Lo stile della tua casa. Se lo stile della tua casa è moderno e minimal opta per una ghirlanda con alla base cerchi di metallo dall’aspetto molto scandinavo. Il colore lo troverai nei bouquet asimmetrici, colorati ma senza eccessi. Se lo stile della tua casa è invece più rustico, cerca una ghirlanda che ricorda una piccola fattoria country-chic. Magari con un bel cappello di paglia che ricorda le feste in campagna!
  • Il colore della tua porta d’ingresso. Per una porta scura scegli una ghirlanda di colore chiaro e se hai una porta chiara vai nella direzione opposta: scegli una ghirlanda dai colori forti e vibranti che attiri l’attenzione!
  • Le dimensioni che contano! La regola non scritta è che una ghirlanda dovrebbe coprire circa i due terzi della larghezza della porta d’ingresso. La larghezza standard delle ghirlande è di circa 60-65 cm e questa misura potrebbe offrire un buon equillibrio estetico su una porta dalla larghezza standard di 90-100 cm. Se invece vuoi trovare un vero effetto WOW prova a immaginarti che effetto farebbe una ghirlanda di 75cm di diametro!!

Vorresti una ghirlanda perfetta per la tua porta di ingresso e in linea con lo stile della tua casa?

Raccontami di te, dello stile e dei colori che ti piacciono.

Creerò una ghirlanda unica, irripetibile e solo per te!

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Le sfere ornamentali: eleganza geometrica che arriva dal Giappone

L’origine di decorare casa con le sfere si perde nella tradizione e nel tempo del paese nipponico.

Le sfere Kokedama

Fin da tempi antichi decorare con sfere ha aggiunto una sensazione di pace ed eleganza a tutti gli ambienti della casa.

Non è un caso quindi che proprio dal Giappone ci arrivino esempi di sfere decorative utilizzate nel corso del tempo per decorare e vivere la casa in armonia ed eleganza.

Il primo esempio è la tecnica del Kokedama per coltivare i bonsai sostituendo il vaso con una palla di fango rivestito di muschio.

Il risultato è una pianta che si innalza sopra un pianeta in miniatura, in bilico sulle sue radici, in armonia e in equilibrio con la propria crescita.


Le sfere Temari

Le palle Temari sono un’arte tradizionale giapponese che risale al VII secolo. Originariamente, erano fatte da donne per i propri figli o per i propri mariti come regalo per celebrare eventi importanti. In seguito, la loro popolarità si estese e divennero un’arte per tutti.

La parola “Temari” significa “palla da gioco” in giapponese, ma queste palle erano anche utilizzate come decorazione.

La loro realizzazione richiede abilità e precisione, poiché le superfici intricate sono create utilizzando schemi geometrici e colori coordinati.


Le sfere decorative di Mapanò

Quando penso a un elemento decorativo mi piace che sia adattabile a più ambienti, stili e design.
Le sfere decorative sono proprio questo:

  • versatili
  • personalizzabili
  • adattabili a vari stili di arredo.

I fiori di stoffa: le margherite🌼

🌼Scegliere il fiore giusto aggiunge stile e charme alla cerimonia. Perchè scegliere le margherite?

🌼Le margherite sono, dopo le rose, tra i fiori più gettonati nelle cerimonie.
Indicano semplicità, eleganza e raffinatezza e i loro tre colori, bianco, giallo e verde, suscitano calma e rassicurazione.

🌼Le margherite sono disponibili dalla primavera all’inizio dell’autunno, e questo le rende un fiore incredibilmente versatile. È grazie alla loro lunga stagione che questi adorabili fiori sono l’aggiunta perfetta alle decorazioni della cerimonia, dai portafedi ai centrotavola e alle bomboniere.

🌼Simbolo della primavera e della rinascita, sono perfette come decorazione per fiocchi nascita, battesimi e, inquadrate in cornici, riescono a rendere una cameretta davvero speciale.

🌼Rifarle con il pannolenci è un lavoro delicato e paziente.
La parte centrale è composta da tanti pezzettini gialli di stoffa quasi fusi insieme dal calore, per dare l’effetto del “bottone” centrale.
…e poi i petali e l’erba per creare un effetto quasi reale di un bel prato in cui tuffarsi.

🌼I portafedi e le decorazioni di Mapanò con le margherite sono unici e durano per sempre diventando un ricordo prezioso del vostro giorno speciale!

Mapanò & me, vi parlo di me

Mi chiamo Alessandra e sono una creativa italiana, con i piedi a Padova, il cuore a Torino e gli occhi puntati sul mondo!

Mapanò è un progetto che nasce nel 2011 come hobby e che, tra alti e bassi, ho continuato a coltivare fino al 2020, quando è diventato un vero e proprio lavoro.

Da dove arriva il nome MAPANO’?

MA, come MAmma, PA come PApà e NO come NOnno. Mapanò nasce infatti come un progetto famigliare che avrebbe dovuto coinvolgere tutta la mia famiglia. Negli anni l’apporto degli altri membri della famiglia è diminuito ma, anche se oggi la mia presenza è quella preponderante, Mapanò resta un meraviglioso mondo dove i valori che da sempre accompagnano la mia storia e la mia famiglia, trovano spazio e forma.

Cos’è Mapanò?

Mapanò è innanzitutto fiori di stoffa e creazioni ispirate dalla Natura. Decorazioni per la casa e per le feste, accessori e piccoli dettagli che arricchiscono matrimoni e cerimonie.

Cosa troverai tra i post di Mapanò?

  • Innanzitutto parlerò di tutto ciò che ispira il mio lavoro: i libri e gli haiku che amo di più, ma anche i viaggi e i luoghi che mi hanno emozionato e le cui sensazioni mi piace poi ritrovare nei miei lavori.
  • Le mie ultime creazioni: consigli su come utilizzarle al meglio, i dietro alle quinte e gli aggiornamenti su promozioni e offerte
  • Riflessioni e aggiornamenti che riguardano il mio mondo, il mio essere imprenditrice, ma anche mamma e moglie.

Perchè un blog?

  • Principalmente per conoscerci meglio, perchè la fiducia è uno dei valori che da sempre mi accompagna e conoscere chi produrrà le decorazioni per il tuo matrimonio o il regalo per un tuo amico richiede fiducia.
  • Inoltre mi piace molto parlare del mio lavoro, della stoffa che mi passa tra le dita e dei fiori che nascono tra le mie mani. Quando si lavora on-line, c’è il rischio di perdere il contatto con la tua comunità, con cui invece è meraviglioso chiacchierare e condividere i tuoi lavori. Purtroppo negli ultimi anni i mercatini a cui ho partecipato sono stati pochi ma ricordo ancora con tanto piacere quando raccontavo di me e del mio lavoro a chi rallentava e si fermava a guardare i miei lavori.